"Ciao, siete voi gli assistenti del vecchio sciamano? Mi dovete aiutare…"
"… A TROVARE TUO NONNO" continuano in coro i tre aiutanti,
con l’aria svogliata di chi sa già che un noioso compito l’aspetta.
Jenny è stupita e chiede informazioni: "come fate a saperlo?
Cosa sapete di nonno Fussi?".
Il giovane daino, che ha l’aria di essere il
capogruppo, si fa avanti: "Qui le
voci guizzano veloci, lo abbiamo sentito dire dai pesci. Tuo nonno è sparito,
tu lo stai cercando e ti serve una mano"
"e questo è il genere di scocciatura
che il vecchio strampalato ci rifila quando vuole farci lavorare" puntualizza
la volpe, ma il gufo le rivolge uno sguardo accigliato, dopotutto la bambina
non ha colpa e non è questo il modo migliore di presentarsi!
Posate le canne da pesca e messo qualche pesce in un fagotto, i tre si incamminano per
un sentiero che taglia attraverso le dune e si dirige verso l’interno.
Procedendo, la vegetazione attorno a loro gradatamente
aumenta, sabbia e arbusti rinsecchiti cedono il posto a erba verde e cespugli
rigogliosi finchè il sentiero non conduce la comitiva sotto ad una gigantesca
porta con colonne dorate a forma di palma e il tetto ornato da corna di animali
e statue di scimmia.
Una foresta fitta e lussureggiante li inghiotte non appena
varcata la soglia e i 4 si ritrovano a camminare nel verde, avvolti da profumi
di fiori e richiami di animali sconosciuti. Mille colori e strane piante
attirano l’attenzione di Jenny, che si ferma in continuazione facendo perdere
il passo agli altri. "Ehi, conosco questo fiore! Come si chiama ragazzi?"
Daino, più avanti, risponde senza prestarle troppa
attenzione: "Non ne ho idea, ma è impossibile che tu lo abbia già visto, nel
tuo mondo quella pianta non esiste." Ma Jenny è sicura di aver visto alcune di
quelle piante negli erbari del nonno e la cosa le sembra molto strana.
Volpe la richiama nuovamente: "Non rimanere indietro o ti
perderai, e in questo labirinto di piante non ti ritroveremmo più. Come quella
volta che abbiamo perso quel tizio che voleva consultare l’ Oracolo. Che poi non serve
un veggente per sapere che se ti attardi nella giungla potresti fare una brutta
fine! Fatto sta che le uniche cose che riuscimmo a ritrovare furono le sue scarpe. Vi
ricordate come si infuriò il Vecchio?".
"E chi se lo scorda? Al solo pensiero mi si rizzano ancora
le penne. Per punizione ho dovuto spazzare con la scopa di saggina tutta la
sabbia dalla spiaggia!" dice Gufo.
I tre scoppiano a ridere e si danno pacche sulle spalle, poi
si voltano verso Jenny.
Ma sul sentiero lei non c’è. Gufo , Daino e Volpe sono
increduli e subito corrono indietro a cercarla "Stavolta il mandrillo ci fa
svuotare l’oceano con il cucchiaino da tè!"
Distratta dalle meraviglie della selva, Jenny non si è
accorta di essersi allontanata troppo dalle sue guide, fino a perdersi nella
fitta vegetazione. Dal calice di un’ enorme campanula esce una melassa dolce e
vischiosa dall’aspetto invitante. Jenny affonda il dito nel liquido zuccherino
e lo assaggia: sembra lo sciroppo d’acero che il nonno le versa sui pancake la
domenica mattina, quando fanno colazione nella veranda.
Sta per prenderne ancora quando un fruscio tra le foglie la
fa sobbalzare e guardandosi attorno si accorge di non vedere più i suoi amici.
"Ragazzi, dove siete?". Nessuno le risponde ma qualcosa si
avvicina, facendo muovere le foglie. "Daino, Volpe, siete voi? Non è
divertente!".
Una voce sconosciuta e dall’accento straniero le risponde
tra il fogliame:
"Ti sei persa piccola matrioska?".
"No no, i miei amici sono poco distanti" risponde Jenny scrutando con lo sguardo tra i cespugli.
"Dah, dah. Capisco". Una gigantesca volpe dal pelo bianco esce dalla fitta vegetazione e le
va incontro. La pelliccia è di un bianco accecante e i suoi occhi enormi la fissano intensamente, facendola
sentire ancora più piccola.
"Dove stai andando, belinka? Ti posso accompagnare io, sai,
giungla può essere molto pericolosa!" continua la volpe girandole attorno e
costringendo Jenny a indietreggiare di qualche passo. "Non ti preoccupare, come
ti ho detto i miei amici mi stanno raggiungendo: ragazzi, sono qui, dai,
sbrigatevi!".
Ma la volpe le va più vicino e Jenny indietreggia ancora
preoccupata, fino a trovarsi con le spalle appoggiate ad un albero.
"Allora,
mentre li aspettiamo che ne dici se mi faccio uno sputino prima di vodka
digestiva?" e annusa la bambina leccandosi i baffi.
L’albero la blocca e Jenny non ha scampo, alza gli occhi
alla disperata ricerca di un appiglio, una liana, qualsiasi cosa le permetta di
scappare dalle fauci dell’animale che la stanno per addentare. Ma sembra non ci
sia più nulla da fare e Jenny lancia un grido, quando un improvviso soffio di
vento fa muovere le fronde dell’albero ed un raggio di sole penetra tra le
foglie colpendo la fronte della bambina. Il segno di madreperla fattole dallo
Sciamano inizia a brillare e la volpe indietreggia infastidita: "Niet! Potevi
dire a me che eri stata dal vecchio scimmione. Mi hai fatto perdere solo
tempo!" e voltatasi indispettita le grugnisce un Dasvidania prima di sparire
tra i cespugli.
Guidati dal grido di Jenny, Daino Volpe e Gufo,
preoccupatissimi, hanno finalmente trovato la direzione da seguire e in poco
tempo la raggiungono.
Jenny è ancora irrigidita dalla paura ma si rincuora alla
vista dei tre amici.
"Eccovi qua! Adesso arrivate? Fosse stato per voi a
quest’ora sarei già finita in un
sol boccone nella pancia di quella perfida volpe bianca, accompagnata da un
bicchiere di vodka". "Volpe bianca? Vodka? Hai incontrato la zia Pavlova!" esclama Volpe. "Non sapevo fosse tornata dalla Russia. Diceva che si era
scocciata di questo caldo afoso e preferiva la sua steppa spazzata dai venti". "Diceva anche di essere vegetariana…" aggiunge ironico Daino, e Gufo lapidario: "Diceva anche di aver smesso di bere!".
Il sole si sta abbassando e la compagnia, stanca, decide di
rimanere lì per la notte e si adopera per accendere un piccolo fuoco sul quale arrostire i pesci portati da Daino e tenere lontani gli ospiti sgraditi. I
quattro si rilassano scherzando e ridendo della loro avventura davanti al falò,
prima di crollare addormentati dalla stanchezza. Dopotutto è stata una giornata
intensa.
★